Svanito definitivamente il sogno di ricostituire l’Impero, inizia per l’Occidente una nuova fase storica, che è centrata sulla figura dello Stato-nazione. A rafforzare l’idea di nazione contribuisce il movimento culturale romantico che, in atteggiamento critico nei confronti dell’illuminismo, oppone al freddo razionalismo l’importanza delle emozioni e del sentimento, al materialismo il valore della religione, al rifiuto del passato la riscoperta della tradizione, al cosmopolitismo il senso nazionale e patriottico. In romanticismo è un mix di vecchio e di nuovo. Infatti, i valori da esso decantati (sentimenti, tradizione, religione) sono vecchi quanto l’uomo. Il solo elemento di parziale novità è rappresentato dallo straordinario attaccamento alla nazione: dico “parziale”, perché esso è già presente nel tribalismo, solo che adesso è interpretato, come vedremo, in forma nuova.
Poiché l’idealismo romantico si rivela incapace di dare una risposta alle sfide concrete della vita, esso rimane in auge solo per pochi decenni e cede il passo ad una filosofia più pragmatica, quale il Positivismo di Auguste Comte (1798-1857), che punta sulla capacità dell’uomo di pervenire ad una conoscenza certa di tutti gli aspetti della realtà e ad una sempre migliore padronanza di ogni cosa. Sulla spinta di questo incontenibile ottimismo, il positivismo imprime un impressionante slancio alla ricerca sperimentale e al progresso tecnico e scientifico, contribuendo anche alla nascita di nuove discipline, come la psicologia e la sociologia. In questo stesso periodo si diffonde la teoria sulla selezione naturale di Darwin (1809-82), che demolisce le vecchie e consolidate certezze creazionistiche a favore di una concezione evoluzionistica della vita, fondata sulla competizione degli esseri viventi. È la prima volta che il mondo viene spiegato secondo un’ottica scientifica e senza bisogno di un creatore.
Della cultura positivistica si avvantaggia, com’è naturale, il mondo industriale, che cresce, e, in maggior misura, il sistema capitalistico, che si sviluppa, favorendo non solo un profondo cambiamento dei costumi, ma anche l’affermazione del cosiddetto darwinismo sociale, che giustifica la nuova gerarchia sociale legata al denaro e segna l’apoteosi della cultura borghese. In campo politico, questo periodo è caratterizzato da due importanti elementi innovativi: la democrazia rappresentativa (DR), che può essere considerata una risposta alle aspirazioni liberali della borghesia, e il modello social-comunista, che è anch’esso una risposta, questa volta alle evidenti ingiustizie sociali legate al sistema produttivo industriale.
13. Presente e Futuro
15 anni fa
Nessun commento:
Posta un commento