domenica 13 settembre 2009

17. I giapponesi

Lo scioglimento dello shogunato e la restaurazione della monarchia assoluta (1867) segnano un momento di svolta nella storia del Giappone, che abolisce ufficialmente il vecchio feudalesimo (1871), apre i suoi porti allo straniero e cerca di portarsi alla pari con gli occidentali. Viene introdotto l’obbligo dell’istruzione e del servizio militare (1872), si inizia a costruire ferrovie (1872), si proclama la libertà religiosa (1884-9). Nel 1880 si formano i primi partiti politici e nel 1889 entra in vigore la Costituzione, che stabilisce il regime parlamentare. Il paese comincia a crescere sotto il profilo economico e ancor più sotto quello demografico, ciò che suscita il desiderio di nuovi spazi e nuove opportunità. Una politica imperialista sembra la migliore risposta possibile alle attuali esigenze del paese, e, per poterla attuare, i giapponesi si prefiggono di creare un valido apparato industriale e un esercito efficiente.
Così il paese comincia a crescere, sia sotto il profilo demografico sia sotto quello economico. La sua popolazione passa da 40 milioni nel 1890 al 54 milioni nel 1914 e il capitalismo avanza a passi da gigante: i giapponesi assorbono la tecnologia occidentale con la stessa rapidità con la quale, mille anni prima, avevano assorbito la civiltà cinese. Nello stesso tempo si rafforza il sentimento nazionalistico e si avvia una politica colonialistica, allo scopo di procurarsi le materie prime di cui il paese è carente e di creare nuovi mercati per il proprio prodotto industriale. La prima vittima è la Cina, che deve cedere al Giappone alcuni territori (guerra cino-giapponese, 1894-5). L’espansionismo nipponico finisce col confliggere con gli interessi della Russia ed è alla base di una guerra (1904-5), che si chiude con la vittoria del Giappone (1905), fatto che rivela i grandi progressi compiuti dal Giappone, che ora è considerato la prima potenza militare d’Asia. La vittoriosa del Giappone è accolta con grande sorpresa dell’Europa, perché è la prima volta che una potenza europea esce sconfitta da uno scontro con un paese di razza diversa e ciò, oltre ad infrangere il mito dell’imbattibilità militare della razza bianca, mette in dubbio le basi teoriche su cui si basa lo stesso colonialismo. Alla fine la Russia deve rinunciare ad ogni pretesa anche sulla Corea, che viene annessa dal Giappone (1910). Ecco come, in meno di mezzo secolo, il Giappone passa da paese oscuro ed emarginato a grande potenza mondiale. Da questo momento il mondo deve fare i conti con un “pericolo giallo”.

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