Alla fine delle guerre napoleoniche, l’Inghilterra è la maggiore potenza marittima e la prima potenza industriale a livello mondiale, e tale rimane per tutto l’Ottocento, periodo che, in gran parte, corrisponde al regno della regina Vittoria (1837-1901) ed è perciò chiamato “vittoriano”. In campo internazionale, essa tende a consolidare la sua posizione e ad estendere il suo impero coloniale, sul fronte interno deve far fronte ai problemi posti dal sistema industriale, che è già avviato da anni.
Le prime conquiste sociali al mondo sono realizzate dagli inglesi: nel 1822 viene abolito il Test Act, che impediva ai non-anglicani di accedere al pubblico impiego, e, sette anni dopo, i cattolici divengono cittadini con pieni diritti; nel 1824 si abolisce la legge che vieta agli operai di associarsi, e ciò segna l’inizio delle prime organizzazioni operaie; nel 1832 si attua una riforma elettorale che consente una più equa rappresentanza parlamentare e amplia il numero degli elettori; nel 1833 si abolisce la schiavitù e l’impiego in attività lavorative dei ragazzi al di sotto dei nove anni. Il movimento riformatore non si arresta qui e, infatti, nel 1838, su iniziativa di un’associazione artigiana londinese e di alcuni intellettuali di estrazione operaia, viene redatta una petizione al parlamento che prende il nome di Carta, a ricordo della Magna Charta del 1215. Si chiede il suffragio universale maschile, il voto segreto, l’abolizione del censo per i candidati al parlamento, la libertà di stampa, la riduzione della giornata lavorativa a dieci ore, diritti sindacali e l’assistenza dignitosa per poveri e disoccupati.
Il fallimento di uno sciopero generale proclamato dai cartisti (1842) dimostra che la popolazione non è ancora pronta per recepire quel genere di richieste e, a partire dal 1848, il cartismo declina lentamente, per riemergere qualche tempo dopo nelle Trade unions, le unioni sindacali inglesi (1868). Nel 1872 viene riconosciuto il diritto alla segretezza del voto e, due anni più tardi, il suffragio universale maschile. Poi è la volta del limite delle 8 ore lavorative per i lavoratori delle miniere e della pensione di vecchiaia (1908). Nel 1911 le donne, le cosiddette suffragette, cominciano a rivendicare per sé il diritto di voto e, dopo pochi anni, la loro rivendicazione diventa conquista. Il suffragio femminile, che viene riconosciuto in Inghilterra nel 1918, apre un importante capitolo nella storia della DR.
13. Presente e Futuro
15 anni fa
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